L’Acquario al Contrario


8 novembre 2018 - 8 febbraio 2019
Teatro Manzoni ,
Via Alessandro Manzoni, 42 - Milano

La mostra è riservata agli ospiti del Teatro Manzoni

ed è aperta al pubblico solo all’inaugurazione

giovedì 08 novembre 2018 alle ore 18.00

Luogo simbolo della città natale di Monica De Mattei, il Teatro Manzoni si propone come spazio espositivo per le opere dell’artista. Istituzione milanese per eccellenza nella diffusione dell’arte e della cultura dello spettacolo, il teatro è stato fondato nel 1870, quando era ancora in vita Alessandro Manzoni. Fu proprio alla memoria del grande autore che, dopo la morte avvenuta nel 1873, l’allora Teatro sociale di Milano cambiò la propria titolazione. A seguito dei bombardamenti del 1943, l’istituzione teatrale fu costretta a chiudere e a cambiare sede; il nuovo edificio, progettato dall’architetto Alziro Bergonzo, fu costruito con tecniche all’avanguardia per quei tempi. L’edificio, infatti, era stato concepito con la sala teatrale a un livello sotterraneo, nonostante fosse imprescindibile fare i conti, durante la realizzazione, con la problematica, tutt’oggi molto viva, dell’altezza della falda acquifera milanese. Per la costruzione fu quindi necessario ideare un ingegneristico ed enorme catino che venne immerso per circa due metri nell’acqua. Il Teatro Manzoni, da allora fino a oggi, risulta quindi essere, dal punto di vista costruttivo, proprio come la vasca di un acquario, dove, però, al contrario, l’acqua, invece di essere dentro, rimane ben arginata al di fuori.

Ed è qui che entrano in gioco le opere di Monica: un “paradiso ittico” che rimanda al mondo acquatico esistente nel sottosuolo di una metropoli, Milano, che facilmente si dimentica essere percorsa, oltre che dai Navigli, da ben tre fiumi; Lambro, Olona e Seveso, inosservati, corrono, infatti, per lunghi tratti, sotto i piedi dei cittadini.

Di fronte all’allestimento della mostra che simula un fantasioso mondo sommerso, nell’osservatore avviene quella stessa “sospensione dell’incredulità” richiesta normalmente agli spettatori durante le rappresentazioni teatrali. Alla parvenza reale della figurazione di specie ittiche, le forme e i colori incongrui alla verosimiglianza spostano verso una lettura diversa delle opere, più emotiva e magica.

Sotteso a simbologie legate all’infinito e alla fragilità dell’esistenza, il lavoro di Monica ha la volontà di pensare solamente a “un qui e ora”, senza preoccupazioni che riguardino il passato e il futuro, in una condivisione di un momento che deve poter essere sempre trasformato in accezione positiva: da qui l’energia dei colori e l’allegria di forme che desiderano solo condurre verso gioia e serenità. Così lo spettatore, davanti a queste opere, è invitato a sospendere l’incredulità di trovarsi in un acquario e ad affidarsi alla “fede artistica”, provando la sensazione di essere lui stesso oggetto di osservazione da parte dei pesci che, ammirandolo, gli trasmettono quella stessa emozione vissuta  dagli attori a teatro, grazie al pubblico.