Quando le è stato suggerito di affrontare il tema del “Tao”, Monica De Mattei l’ha fatto suo, e riproducendolo in più versioni ha dato vita a una nuova collezione che evidenzia molti dei tratti personali della sua poetica. Se, infatti, il mondo taoista è caratterizzato solo dalle due forze del bianco (Yang) e del nero (Yin), la visione di Monica si esprime, invece, come sempre, con un uso predominante del colore. La simbologia del Tao trae la sua origine nell’antica filosofia cinese, probabilmente dall’osservazione del passaggio dal giorno alla notte e viceversa. Secondo tale principio, le energie spirituali Yin e Yang, con il loro movimento opposto e complementare, consentono ogni forma di vita e rappresentano le modalità secondo cui la realtà si esprime. Queste forze contrapposte sono dette anche “i due pesci” perché le due spirali in rotazione che formano il cerchio simbolico rappresentativo del Tao ricordano proprio una doppia forma ittica rovesciata che si compenetra. L’originalità dell’interpretazione artistica, espressa da Monica nel trattare questo tema, risiede nell’eliminazione della curvatura tipica della linea di separazione del binomio bianco e nero e nella creazione di una sovrapposizione, su questo sfondo, di una coppia dei suoi pesci variopinti. La tradizionale compenetrazione dei due universi vuoto-pieno del Tao non viene quindi più conferita dal bianco che entra nel nero e viceversa, ma da tutti i colori che, in un movimento di ininterrotta rotazione, continuano a riempire e a svuotare le due energie che compongono l’infinita superficie di fondo. La ricerca di un’armonia di forme e colori che conduce alla composizione finale dell’opera va a ricomporre quell’equilibrio spirituale che, secondo la filosofia orientale, caratterizza tutto il cosmo.