I pesci rossi sono probabilmente la tipologia più diffusa fra i pesci domestici. Ma quanto sappiamo in realtà di questa specie così comune che abita negli acquari delle nostre case?
Ecco 5 curiosità sul Pesce Rosso, dalle origini alla diffusione.
Prima di finire richiuso negli acquari casalinghi il pesce rosso era destinato all’alimentazione: infatti, il pesce rosso che nuota placido negli acquari e nelle fontane, deriva da un incidente genetico della carpa selvatica dell’Asia. Un tempo molto apprezzato sulle tavole della Cina antica, per uno scherzo del destino e del DNA l’animale ha fatto la sua comparsa, con il suo incredibile colore brillante rosso, un arancione quasi dorato.
Vittima veloce dei predatori, i piccoli esemplari rossi sono stati salvati dai monaci buddisti del IX secolo che li hanno nascosti in piccoli stagni, creando così vere e proprie zone d’acqua dai toni rossi-dorati. Questa sfumatura non è passata inosservata al governatore Ting Yen-tsan, che ha ribattezzato i luoghi di protezione come laghetti della misericordia. L’atto è diventato velocemente di uso comune trasformandosi in tradizione: risparmiare a un animale di finire in pentola, specialmente se di tipo raro. Per quasi un secolo gli antenati dei pesci rossi sono stati preservati e curati in diversi laghetti, ma per tutto il tempo si sono nascosti alla vista dell’uomo, rifiutando anche il cibo fornito dai monaci.
L’alta presenza di questi animali, data dalla straordinaria rapidità di riproduzione, con il tempo ne ha permesso la custodia in stagni e specchi d’acqua casalinghi, in concomitanza con tartarughe e altre tipologie di pesci. Gli esperti hanno iniziato a incrociare le varietà tra di loro, riducendone il formato e creando delle razze tutte diverse. Secondo un documento pubblicato nel 2009 da Tomoyoshi Komiyama, della Scuola di Medicina dell’Università di Tokai in Giappone, i pesci rossi da noi accuditi avrebbero corpi troppo grassi, occhi troppo sporgenti e sarebbero fisicamente impossibilitati a sopravvivere alla vita selvaggia.
Negli anni però si è sviluppata la pratica innaturale di reinserire in libertà gli esemplari domestici: alcune tipologie di pesce rosso, però, hanno dimostrato una forte resistenza e capacità di adattamento. Tanto da diventare una reale minaccia per l’ecosistema, poiché alcuni si cibano con voracità delle uova delle salamandre, riducendone le aspettative di vita.
Le caratteristiche del pesce rosso sono molto studiate dagli esperti, in particolare grazie alla capacità visiva simile alla nostra, impreziosita dalla possibilità di percepire i raggi ultravioletti. Alcuni studiosi si sono spinti oltre valutando la reazione degli animali nei confronti degli alcolici, quindi gli effetti che possono avere sul cervello umano, sul corpo e la vista, perché la percentuale di alcolici nel sangue si avvicina a quella disciolta nell’acqua in cui nuotano. Nel 1969 Ralph Ryback, del Boston City Hospital in Massachusetts, ha confrontato la pratica natatoria dei pesci rossi immersi in acque diverse, modificate però dall’aggiunta di alcolici sempre vari. Secondo le sue evidenze, un pesce nuoterebbe meglio nella vodka che nel bourbon, sebbene risultino dannose per la sua salute.